Leopoldo Cattaneo (nella foto) è il cadidato sindaco del Movimento (R)Evoluzione alle elezioni municipali di Casalpusterlengo (Lodi). AI compagni auguriamo un grande successo!
Per voi il sociale è la priorità?«Sicuramente, in particolare per l’occupazione. I bisogni sono cresciuti in modo esponenziale con la crisi, e le risposte date sono insufficienti. Basta vedere lo stanziamento dei voucher lavoro da 8mila euro, che hanno generato oltre 60 richieste.
Noi siamo favorevoli ai voucher, ma ci vogliono almeno 100mila euro. Ai disoccupati allevieremo il ticket farmaceutico e cercheremo accordi con i supermercati per ritirare e distribuire ai bisognosi la tanta merce alimentare in eccedenza, che altrimenti va in deperimento. La Caritas fa tanto, ma secondo noi è il Comune che deve farsi carico in primis di questi problemi».
Dove si trovano le risorse?
«I soldi ci sono, bisogna decidere come spenderli. Noi intendiamo riportare i contributi per le scuole private a un ambito ragionevole, che è quello minimo di legge, e vogliamo rivedere tutta la politica dei contributi a enti, associazioni e quant’altro: i gruppi di volontariato devono avere tutto il supporto, anche economico, ma le finte associazioni che accomunano tre amici o quegli enti che hanno già altre entrate possono andare avanti anche senza contributi».
E che politiche di sviluppo metterete in campo?
«Intanto bisogna finalmente definire il piano degli insediamenti produttivi e creare un’area Pip per dare capannoni a costi agevolati. Quindi bisogna attrezzare le aree artigianali esistenti, che sono ancora in condizioni molto disagiate, via Anna Frank, via Labriola, la zona Lever e a Zorlesco verso Brembio. Istituiremo una commissione in grado di dare risposte rapide alle richieste in arrivo dal mondo produttivo e introdurremo sgravi per le imprese giovani».
Che altre azioni metterete in campo nel sociale?
«Bisogna riorganizzare i servizi sociali per intero, riportandoli in seno al Comune, e in particolare introdurre la figura fissa del terzo assistente sociale. Poi ripristineremo la quota del comune per il contributo affitti. Infine abbiamo studiato la possibilità di creare orti collettivi, in grado di dare un piccolo sostegno al reddito ma soprattutto di alimentare la socializzazione». Cosa farete per il commercio? «Poche cose concrete: faremo un piano del traffico con inversione del senso di marcia di via Garibaldi, bisognerà abbellire la città con arredi adeguati soprattutto in piazza del Popolo e lungo le ciclabili del Brembiolo, toglieremo il parcheggio a pagamento a favore del disco orario e creeremo iniziative di piazza, eventi per il centro ma anche piccole aree e palchi nei parchi per dare spazio agli artisti di strada ma anche ai giovani casalini che vogliano cimentarsi in esibizioni artistiche. E metteremo giochi adeguati ai bambini nei parchi».
Dal punto di vista normativo e impositivo?
«Noi siamo convinti che lasciare più libertà sia positivo per la città e per il commercio. Rivedremo il regolamento del plateatico con una tariffa unica minima, e diciamo stop ai supermercati. Poi sulle tasse locali ci impegniamo a riportarle al minimo di legge. E toglieremo la riscossione a Equitalia».
Dove si trovano i soldi?
«I soldi ci sono nel bilancio. Faccio degli esempi: riorganizzare gli uffici comunali con il ritorno al vecchio orario potrebbe far risparmiare 30 mila euro, cancellare il sistema di videosorveglianza e quindi la sua manutenzione libererebbe altre decine di migliaia di euro, la revisione dei contratti di gestione degli impianti sportivi, che noi vogliamo riportare direttamente sotto il comune, potrebbe valere altri 60 o 70 mila euro almeno, diminuire le spese legali altre decine di migliaia di euro. Secondo i nostri calcoli, 300 o 400 mila euro possono essere facilmente recuperati nelle pieghe dell’attuale bilancio cambiandone radicalmente l’impostazione».
Come volete organizzare la cultura?
«Il teatro comunale deve tornare alla città, e per questo vogliamo che a gestirlo sia una fondazione composta da cittadini e dalla partecipazione degli enti pubblici, il comune di Casale e gli altri comuni della Bassa. La biblioteca tornerà ai vecchi orari di apertura, e di certo vogliamo che ritornino convegni, dibattiti, iniziative e incontri».
C’è un problema sicurezza in città?
«Ci sono alcuni episodi, ma di fatto la questione è stata strumentalizzata dalla Lega Nord contro gli extracomunitari e per un giro di vite irragionevole. Noi vogliamo togliere i vari regolamenti introdotti dal sindaco-sceriffo, il divieto di bivacco e gli altri. La gente è libera di fare quello che vuole, e molto più civile di quanto si pensi. E poi toglieremo le armi agli agenti di polizia locale. I vigili tornino a fare i vigili, a regolare il traffico e a svolgere una funzione sociale, stiano per strada e vicino alla gente. La città si controlla con la socialità e con la comunità stessa».
La discarica Pantaeco è un’emergenza?
«Sì, è una situazione che bisogna continuamente verificare e monitorare con attenzione. Noi la discarica non l’abbiamo mai voluta: c’è chi ha fatto i soldi con quella discarica e adesso scarica problemi per sei o sette milioni di euro sulla città. Sono cose inaccettabili: deve pagare chi si è arricchito e chi ha permesso questo scempio ambientale».
Dopo nove anni dai referendum promossi da voi contro la vendita degli edifici pubblici, "Piazza Morta" è sempre lì.
«Sì è vero. Noi volevamo che gli edifici restassero pubblici, perché non c’era alcun bisogno di venderli, e lo pensiamo tuttora. Piazza Repubblica è considerata e chiamata "Piazza Morta" non per colpa degli edifici pubblici, ma perché per anni è stata trascurata. Noi vogliamo riqualificarne il parchetto centrale e darle una migliore illuminazione. A quel punto diventerà una piazza viva, senza vendite».
Rivitalizzare Casale è un punto importante per voi.
«Noi vogliamo una Casale più viva. In passato Casale era un centro importante di elaborazione sociale e politica, poi ha perso quello smalto e non è stata capace di riqualificarsi in alcun altro modo. È un lento declino che noi vogliamo fermare. Bisogna darle un progetto di lunga durata, in accordo con le associazioni, i gruppi e tutta la comunità, puntando su attività culturali e sulla riqualificazione dell’ambiente».
Come intendete cambiare il modo di governare Casale?
«Noi non vogliamo governare per i cittadini, ma con i cittadini. Vogliamo comitati di quartiere, consulte e commissioni, e vogliamo assemblee pubbliche in cui gli amministratori si confrontano con i cittadini in occasione di ogni decisione importante. Questa amministrazione, come le altre ultime, ha governato per se stessa. Noi vogliamo far crescere l’educazione civica e la partecipazione dei cittadini al governo della città, non per ottenere la singola cosa in chiave personalistica ma per dare un impulso e una direzione alla crescita e allo sviluppo di Casale».
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