Mucciafora (PG), Piazza dei Martiri, 25 Aprile 2014 |
C'eravamo noi a dire, che se ieri si era combattuto contro la dittatura nazifascista oggi dobbiamo far fronte all'euro-dittatura.
Istruttivo ascoltare le loro parole. Ci ha colpito ciò che ha riferito il signor Ergasti, un uomo che da Mucciafora non si è mai spostato, lì ha vissuto per tutta la sua vita, allevando il bestiame e lavorando la terra.
Il 30 Novembre del 1943, quando, a causa del rastrellamento compiuto congiuntamente dai nazisti e dai fascisti, che andavano in cerca dei partigiani, il signor Ergasti perse il padre, aveva solo 5 anni. Ricorda quei durissimi anni con profonda tristezza.
Da una parte fascisti italiani e nazizti tedeschi che invadevano tutto, e tutto portavano via, raccolti, bestiami, tagliando le basi di sussistenza del piccolissimo paesino e compivano atroci ritorsioni e vendette sulla gente del posto se nascondeva i ribelli, se sapeva dove si trovavano e non li denunciava. Dall'altra parte i partigiani, che dovevano nutrirsi anch'essi, dovevano riscaldarsi, dovevano essere nascosti con le loro armi.
Cosa potevano sapere gli abitanti di Mucciafora, come di tantissimi altri paesini montani, isolati, arroccati, presi unicamente dai bisogni familiari e dalle fatiche quotidiane, della storia patria e delle forze in campo nella lotta politica?
Ma ascoltandoli parlare di lotta, vedendoli combattere, iniziarono ad approvare i loro discorsi e i loro obiettivi finali.
Da una parte fascisti italiani e nazizti tedeschi che invadevano tutto, e tutto portavano via, raccolti, bestiami, tagliando le basi di sussistenza del piccolissimo paesino e compivano atroci ritorsioni e vendette sulla gente del posto se nascondeva i ribelli, se sapeva dove si trovavano e non li denunciava. Dall'altra parte i partigiani, che dovevano nutrirsi anch'essi, dovevano riscaldarsi, dovevano essere nascosti con le loro armi.
Cosa potevano sapere gli abitanti di Mucciafora, come di tantissimi altri paesini montani, isolati, arroccati, presi unicamente dai bisogni familiari e dalle fatiche quotidiane, della storia patria e delle forze in campo nella lotta politica?
Ma ascoltandoli parlare di lotta, vedendoli combattere, iniziarono ad approvare i loro discorsi e i loro obiettivi finali.
Il signor Ergasti |
Noi abbiamo deposto una corona di fiori rossi, a memoria imperitura dei Partigiani, dei combattenti e delle vittime che diedero la vita contro la dittatura nazifascista.
Quella lotta non è finita. Alla vecchia dittatura è subentrata la nuova, un nuovo oppressore, un nuovo nemico da combattere.
IL 25 APRILE. NON SOLO UN RICORDO
di Vincenzo Baldassarri*
Il 25 Aprile non è solo un ricordo, non si tratta di celebrare un momento storico ma bensì è uno spirito, lo spirito di chi non si piega, di chi non teme la lotta alle ingiustizie, di chi non china il capo di fronte alle dittature e di chi non guarda dall'altra parte quando i suoi compagni e concittadini sono in difficoltà, è per questo che non si deve ricordare ma semplicemente essere e sapere che qualcuno prima di noi è stato.
Noi non dimenticheremo, e chi sono questi noi? Sono quelli che per eredità non di sangue ma di spirito, oggi come ieri, non si piegano ai prepotenti.
Quindi sappiate che non si tratta di un giorno, si tratta di uno spirito, e mentre i giorni possono essere cancellati e la storia travisata, lo spirito, quello non lo puoi cancellare e la volontà nemmeno!
E anche se per anni è rimasta sopita, quella volontà era sempre lì, e ora si sta risvegliando negli uomini e nelle donne che ne sono i portatori.
Noi non siamo scomparsi, non siamo dispersi, noi ci siamo e il 25 aprile l'abbiamo passato nel posto in cui già siamo stati per ricordarci che quei nomi sulle lapidi erano anche i nostri e dei nostri simili.
Noi siamo la resistenza e non importa cosa ci farete, noi continueremo ad esistere nei secoli dei secoli a salvaguardia dei diritti dei più deboli.
PS: ringraziamo per l'iniziativa gli amici della Marcia Della Dignità e dell'MPL (Movimento Popolare di Liberazione).
* Fonte: Gilda Rivoluzionaria
Quella lotta non è finita. Alla vecchia dittatura è subentrata la nuova, un nuovo oppressore, un nuovo nemico da combattere.
IL 25 APRILE. NON SOLO UN RICORDO
di Vincenzo Baldassarri*
Il 25 Aprile non è solo un ricordo, non si tratta di celebrare un momento storico ma bensì è uno spirito, lo spirito di chi non si piega, di chi non teme la lotta alle ingiustizie, di chi non china il capo di fronte alle dittature e di chi non guarda dall'altra parte quando i suoi compagni e concittadini sono in difficoltà, è per questo che non si deve ricordare ma semplicemente essere e sapere che qualcuno prima di noi è stato.
Noi non dimenticheremo, e chi sono questi noi? Sono quelli che per eredità non di sangue ma di spirito, oggi come ieri, non si piegano ai prepotenti.
Quindi sappiate che non si tratta di un giorno, si tratta di uno spirito, e mentre i giorni possono essere cancellati e la storia travisata, lo spirito, quello non lo puoi cancellare e la volontà nemmeno!
E anche se per anni è rimasta sopita, quella volontà era sempre lì, e ora si sta risvegliando negli uomini e nelle donne che ne sono i portatori.
Noi non siamo scomparsi, non siamo dispersi, noi ci siamo e il 25 aprile l'abbiamo passato nel posto in cui già siamo stati per ricordarci che quei nomi sulle lapidi erano anche i nostri e dei nostri simili.
Noi siamo la resistenza e non importa cosa ci farete, noi continueremo ad esistere nei secoli dei secoli a salvaguardia dei diritti dei più deboli.
PS: ringraziamo per l'iniziativa gli amici della Marcia Della Dignità e dell'MPL (Movimento Popolare di Liberazione).
* Fonte: Gilda Rivoluzionaria
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