martedì 10 giugno 2014

LISTA TSIPRAS, VICENDA SPINELLI... SIAMO ALLA FRUTTA di Frank Ferlisi

Eleonora Forenza
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento di Frank Ferlisi, dirigente del Prc di Palermo. Ferlisi critica l'accondiscedenza del Prc verso la Spinelli la quale, venendo meno alla parola data, ha deciso di andare a Strasburgo, lasciando così fuori il candidato di Sel. Un pasticciaccio deprimente che la dice lunga non solo sul modo come è stata costruita, ma anche su quale sia il vero carattere politico della Lista Tsipras.
Ognuno di noi deve sapersi assumere la piena responsabilità e di ciò che fa e di ciò che dice. Per me è un principio guida. Uno, in determinate circostanze, può essere costretto a mentire, ma anche qui vale il principio di sopra.

Perché questa premessa? Chi scrive, in pubblico ha sempre difeso il partito a cui è iscritto da oltre vent’anni –ventitre per essere precisi- ha sempre portato avanti la linea decisa dai gruppi dirigenti anche quando non era d’accordo. Però c’è un limite oltre il quale non si può andare senza il rischio di apparire un imbecille.

Ho lavorato intensamente in questa campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo anche se, a mio parere, essersi affidati ai professori, non era per me un percorso adeguato, cosa che comunicai quasi immediatamente al Segretario nazionale e ad altri membri della Segreteria. Poi mi sono adeguato senza fiatare.

Consideravo questa strada, portata avanti da Spinelli & compagni, un’operazione della piccola borghesia di sinistra interessata a costruire una sinistra de-comunistizzata, se permettete il bruttissimo termine. E le prime dichiarazioni e i primi atti andavano chiaramente in quella direzione. Solo l’intervento di Tsipras impedì la nostra esclusione e, successivamente, l’adesione di Sinistra, ecologia e libertà, comunisti italiani e Azione civile.

Capisco che Rifondazione comunista con le percentuali che raccoglie nelle competizioni elettorali non è affidabile per raggiungere e superare le soglie di sbarramento e che alcuni soggetti politici della Sinistra Europea nata, tra l’altro, da Rifondazione comunista, segretario Fausto Bertinotti, non facessero un grande affidamento su di noi. Ma affidarsi alla Spinelli, collaboratrice di Repubblica, a Paolo Flores D’Arcais, direttore di Micromega, edito da De Benedetti padrone sempre di Repubblica, è stata un’imprudenza grande oppure, nel peggiore dei casi, una scelta opportunistica di chiaro sapore elettorale.

Parecchie dichiarazioni e atti dei professori del famoso appello confermavano e rafforzavano queste mie convinzioni.

A un certo punto, perla delle perle, la Spinelli, Ovadia, Camilleri davano alla stampa una dichiarazione solenne, da nessuno richiesta, che, se eletti, si sarebbero dimessi per ragioni che ancora oggi mi risultano oscure: atteggiamento anti-casta? O che altro? Aggiungiamo che Camilleri e D’Arcais si ritirarono dall’operazione, durante la formazione delle liste, per dissensi con gli altri garanti del famoso comitato che ascoltava tutti, ma decideva tutto da solo. Le ragioni del dissenso? Per me politicamente idiote. Camilleri ritirò la sua candidatura a capolista della Circoscrizione isole facendo perdere alla lista almeno quindicimila voti.

Durante la raccolta delle firme e nella stessa campagna elettorale il contributo dei famigerati partiti fu decisivo.

L’esito è stato un successo, anche se la soglia di sbarramento è stata superata per uno sputo (mi si consenta la volgarità, ma ho troppo adrenalina in corpo).

Ora la Spinelli ha scoperto che forse prima delle elezioni si sbagliava e che vale la pena
Barbara Spinelli
fare il deputato europeo. In questa decisione ci stanno gli appelli della sinistra piccolo borghese che chiedevano a gran voce la sua accettazione della carica. Sempre in nome della lotta alle burocrazie di partito che, come è noto, in Rifondazione è composta da gente ricchissima e inamovibile. Sono neanche una quindicina, tutti in cassa integrazione, che non prendono soldi , tanto meno rimborsi, da un anno e mezzo. Sel è in Parlamento, ma anche in questa organizzazione non manca il generoso lavoro volontario dei militanti. E riguardo a Sel, per dirla tutta, io, come molti altri iscritti di Rifondazione, non amo questa organizzazione figlia di una scissione alla vigilia delle elezioni europee del 2009 che determinò la scomparsa della sinistra italiana da quella istituzione. Sommando i voti delle due liste, si arrivava al 7% ben oltre la soglia di sbarramento. Lo si fece apposta? Ho paura di sì, perché nella tanto disastrata sinistra italiana la logica di “muoia Sansone con tutti i Filistei” è stata usata più volte. Non solo, ma porsi in una condizione di oggettiva subalternità rispetto al Partito democratico mi sembrava, e mi sembra, un suicidio politico.


Bene, la Spinelli ha ieri comunicato che, in perfetta solitudine, ha scelto di accettare la carica di parlamentare e la circoscrizione centro come opzione rispetto a quella meridionale col risultato che Eleonora Forenza, della Segreteria nazionale di Rifondazione comunista, entra in Parlamento come prima dei non eletti e Furfaro, di Sel, primo dei non eletti al centro Italia, se ne sta a casa.

Potrei essere contento che dopo anni una compagna del mio Partito entra in una istituzione importante e le rinnovo le mie congratulazioni e i miei auguri.

Non possiamo, però, negare che una ferita grave è stata inferta all’unità della sinistra di cui tutti si sciacquano la bocca. Ricordiamoci che Sel, prima del suo congresso, era diretta a costituire una alleanza col Pd al fine di eleggere Schultz, della Spd tedesca, come commissario europeo. Probabilmente con candidati di Sel dentro la lista del Pd. Al congresso un cambiamento straordinario di linea: la sinistra del partito, guidata da Fratoianni, impose, con un voto democratico, la scelta di Tsipras. Perché? Semplicemente per la ragione che per queste compagne e compagni, un dialogo con il Pd è necessario, ma da una posizione di forza in termini politici e numerici. Una sinistra unita e plurale, autonoma nelle sue scelte e non a rimorchio di alcuno, sarebbe capace di incidere con esiti migliori sulla politica dei democratici. Una scelta tattica intelligente che non posso che vedere con favore anche se chi scrive pensa che con Renzi il Pd sia ormai su una china che punta a costruire un regime di “democraziaautoritaria”. Non per caso i primi provvedimenti di Renzi sono diretti alla modifica in senso peggiorativo della già pessima legge elettorale porcellum e della soppressione o modifica di istituzioni elettive che cesseranno di essere tali.

Nel Comitato politico federale di Palermo dello scorso 4 giugno, dichiarai che era necessario stringere un accordo forte con Sel per costringere la Spinelli a mantenere la parola data. Niente da fare. Ognuno per sé ….

Ecco, io affermo che è stato un errore politico. Costringiamo Sel, attraversata da diverse tensioni centrifughe, a compattarsi, mettiamo la sinistra e Fratoianni in grave difficoltà, creiamo le condizioni per consentire a Gennaro Migliore e ai suoi compagni di non operare scissione alcuna in direzione del Pd in quanto la sua posizione si è oggettivamente rafforzata all’interno di Sel. E così un bel arrivederci all’unità della sinistra in Italia per chi sa per quanto tempo. Napoleone non avrebbe saputo fare di meglio sul campo di battaglia.

In questo modo anche Rifondazione è in difficoltà, anche se forse non se n’è accorta: Forenza si trova schiacciata tra la Spinelli e Curzio Maltese, altro collaboratore di Repubblica. So per certo che lei dispone di una sua autonomia ed è capace di affrontare a muso duro chiunque. Ciò non toglie che si trova in una posizione politica difficile. Anche perché, guardando in prospettiva, voglio vedere la Spinelli e il Maltese dialogare nello stesso gruppo, il Gue-Sinistra europea, con i comunisti greci, portoghesi o cechi che sono ben altra cosa da Syriza, nel bene e nel male. Non mi stupirei granché che prima o poi se ne andassero, sbattendo rumorosamente la porta, per entrare in un altro gruppo, non importa quale. Anche in tal caso l’avventura “lista Tsipras” avrebbe un esito non proprio brillante. E non mi soffermo sulla pessima figura ottenuta dalla Spinelli con il rimangiarsi la parola data. Quelli di sinistra che non ci hanno votato, e sono tante e tanti, potranno affermare che hanno avuto ragione.


Dovevo dirle queste cose, pubblicamente. A volte anche questo si deve fare in una battaglia politica diretta a salvare Rifondazione comunista dallo squagliamento per poi successivamente, si spera, cambiarla. Ancora scommetto su questo.

Palermo, 8 giugno 2014
Eleonora Forenza

3 commenti:

  1. "Quelli di sinistra che non ci hanno votato, e sono tante e tanti, potranno affermare che hanno avuto ragione."
    Duole dirlo ma è così.

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  2. Chi ha distrutto Rifondazione Comunista? Fausto Bertinotti. Il torinese falso e cortese. Calato dall'alto, fu il compianto Magri a suggerirlo e Cossutta accettò in chiave anti Garavini. Anno 1994. Non rinnovai più la tessera, ma non perchè fossi filo Garavini, ma per il metodo antidemocratico e verticistico della scelta. Nella trappola forse per centrismo negli anni successivi cadde anche Maitan. Firmato Fabrizio (salerno)

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  3. Accidenti che intervento...un altro attacco,gratuito, a rifondazione da un suo dirigente ma x quale motivo?! Il perchè ,compagno, non si capisce. Cosa avrebbe dovuto fare il partito a fronte del ripensamento della spinelli? Xkè la compagna Forenza dovrebbe essere in difficoltà? Io sono orgoglioso che tra i comunisti europei ci sia la compagna Forenza, che chiameremo a Torino ogni volta sarà necessario, x le lotte sul diritto all' abitare, sul lavoro, sulla disoccupazione, x l' 11 luglio ecc ecc. Certo non ci può rappresentare il pennivendolo di repubblica, giornale di de benedetti quindi del pd.

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